Harmonic Integration - The Unplayables
All About Jazz, 29/09/2008
(copy of original article on All About Jazz)
Classe ’67, l’alto-sassofonista belga Ben Sluijs è una delle voci più originali ed avventurose della scena jazz europea. Un artista capace come pochi altri di seguire senza compromessi e sirene commerciali la sua musa musicale, in un personale flusso creativo in bilico tra le influenze coltraniane e le suggestioni della più feconda avanguardia degli anni ’80.
Sesto disco da leader, quarto per la DeWerf, Harmonic Integration si segnala ancora una volta per un pensiero compositivo che trascende l’abusato modern mainstrem, per attestarsi su un tessuto quanto mai variopinto ed ondulato, fatto di frasi solistiche spezzate e quindi su una memorabile capacità di scomporre ad libitum l’instabile pendolo ritmico.
Spicca altresì un sapiente gioco d’insieme ora magmatico ora etereo, volto ad esaltare le superbe trovate dei due fiati, volte a privilegiare arditi contrappunti e frenetiche chase. È insomma un quartetto notevole quello messo su dal leader, per una formula a lui congeniale per esercitare al meglio le sue doti, composte di fantasia, potenza e disposizioni al rischio.
Tutte qualità che fanno del sassofonista belga uno dei più generosi e convincenti protagonisti del jazz di oggi. Tutto costituito da temi originali, è un disco superbo, che adotta vari stili e tendenze (anche un colto riferimento ritmico) all’Africa subsahariana come trampolino di lancio per costruzioni sonore vibranti e tese, all’interno di un interplay praticamente perfetto per la capacità di ascolto dei cinque musicisti.
Si segnala all’attenzione dei nostri lettori anche il contrabbassista Manolo Cabras, duttile, potente, fantasioso nel non facile plot narrativo dettato dal leader. Un nome, insomma da segnarsi sul taccuino, che si sta rapidamente affermando nel panorama jazz belga.
Come ciliegina sulla torta, una veste grafica del packaging davvero superba, che unita alla straordinaria progettualita musicale, fa di questo disco una delle più convincenti realtà del corrente anno discografico.
Maurizio Zerbo
Valutazione: 4.5 stelle